Redazione Online
POTENZA - Ieri è ripreso il processo di primo grado a carico di Giulio Leonardo Ferrara, ex direttore generale della Sita, davanti al collegio del tribunale di Potenza. Ferrara è accusato di violenze sessuali. La denuncia della donna che avrebbe subito le molestie risale agli inizi del 2010 ed è quella che ha dato il via alle indagini sul conto dell'imputato. Proprio ieri i giudici del tribunale di Potenza, tra i vari testimoni, hanno ascoltato Luciano Grazzini, ex amministratore delegato della Sita, il quale ha ricostruito le fasi iniziali della vicenda. L'azienda attivò un procedimento disciplinare in seguito ad una mail che la dipendente in questione inviò allo stesso Grazzini. Una mail nella quale lametava di essere oggetto di molestie da parte del direttore Ferrara. Quindi venne nominata una commissione di inchiesta per attuare tutti gli accertamenti necessari. Sulla base delle conclusioni della commissione, Ferrara venne licenziato per giusta causa. L'imputato era stato rinviato a giudizio nell'ottobre del 2013, quando il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Potenza aveva accolto la richiesta del pm Piccinini. Infatti secondo quando emerge dalla ricostruzione dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale, coordinati dal pm Piccinini, Ferrara avrebbe costretto una dipendente a subire dei palpeggiamenti sul posto di lavoro. L'uomo, i fatti risalgono al 2009, avrebbe palpeggiato una dipendente «abusando di relazioni di ufficio e della sua autorità». Secondo il pm avrebbe costretto la donna «con forza e contro la sua volontà a subire atti sessuali», «all'interno del suo ufficio da direttore regionale della Sita». Quindi Ferrara avrebbe abusato della sua autorità con una sua sottoposta sul luogo di lavoro e l’avrebbe molestata sessualmente. Ma dal lavoro dei carabinieri è emerso anche molto altro. Infatti Ferrara deve difendersi anche dall'accusa di aver sottratto dalle casse dell'azienda 10 mila euro e di aver evitato di pagare una serie di multe. La gestione della Sita da parte del Ferrara sembra sia stata tutt'altro che chiara. Ad esempio Ferrara avrebbe avuto la disponibilità esclusiva di una Audi A6 di proprietà dell'azienda. E almeno in 6 diversi casi, tra l'aprile del 2008 al febbraio del 2010, avrebbe fatto pagare le multe per infrazioni varie del codice della strada, commesse in varie città d'Italia, alla società. E mentendo anche in alcune occasioni, quando alla richiesta di varie autorità di fornire l'identità del conducente dell'auto, avrebbe sostenuto che era impossibilitato a fornire i dati poichè l'auto era a disposizione del personale della sede regionale ed era impossibile risalire al conducente.
Giovedì 28 maggio 2015
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