Redazione Online
La Comunità Montana del Lagonegrese non esiste più. Dal 1 gennaio 2016, tutto il patrimonio materiale e immateriale del vecchio ente comprensoriale, a partire dalla sede di Largo Plebiscito a Lauria, è passato all’Unione dei Comuni del Lagonegrese. A stabilirlo, il decreto del Presidente della Giunta Regionale della Basilicata n. 307/2015. Lo scorso 31 dicembre il passaggio di consegne fra il commissario liquidatore della CM Luigi Marotta e il presidente dell’Unione e sindaco di Lauria Gaetano Mitidieri. A quarant’anni esatti dalla sua costituzione, si chiude così la storia di un ente che ha rappresentato un indubbio punto di riferimento per il territorio.
Costituita da 12 comuni dell’area (Castelluccio Inferiore; Castelsaraceno; Lagonegro; Lauria; Nemoli; Rotonda; Castelluccio Superiore; Episcopia; Latronico; Maratea; Rivello; Trecchina), la Comunità Montana del Lagonegrese nasce a metà degli anni Settanta con la vocazione di programmare e gestire lo sviluppo locale, in primo luogo attraverso l’elaborazione di specifiche politiche di valorizzazione delle risorse umane e naturali. Le idealità e le competenze istituzionali da cui si originò quel percorso confluiscono oggi, dunque, nel nuovo soggetto istituzionale dell’Unione dei Comuni del Lagonegrese di recente costituzione.
Nel decreto, si legge tra l’altro che l’Unione viene nominata come ente successore «in universum jus» della dichiarata estinta Comunità Montana. Il che significa che al soggetto presieduto pro-tempore dal sindaco di Lauria Gaetano Mitidieri vengono trasferiti tutti i rapporti attivi e passivi, patrimoniali, economici e finanziari, nonché le funzioni ancora esercitate alla data del decreto dalla Comunità Montana come soggetto attuatore dei finanziamenti assentiti dalla Regione Basilicata.
«Si porta oggi a compimento un percorso dettato dalla legge regionale 33/2010, la legge finanziaria regionale 2010, con l’individuazione del soggetto successore unico», afferma il commissario Marotta.
Mentre il presidente Mitidieri sottolinea che «ora l’Unione si candida ad accettare le deleghe che verranno dai Comuni, con la ristrutturazione delle funzioni, e dalla Regione, attraverso il decentramento amministrativo in atto».
Lunedì 4 gennaio 2016
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