Potenza | casa circondariale
Il fatto è stato denunciato dall'Osapp, dalla Uilpa penitenziari e dal Sappe. Le tre organizzazioni hanno sottolineato la pericolosità della detenuta e le carenze dell'amministrazione
Nella prima serata di ieri, nella casa circondariale di Potenza, dopo la fruizione della socialità nella sezione detentiva del reparto femminile, si è verificato un grave episodio di violenza. Il fatto è stato denunciato dall'Osapp, dalla Uilpa penitenziari e dal Sappe. Una detenuta italiana già nota per altri gravi episodi di violenza e per le varie vicissitudini custodiali, ha tentato di strangolare una poliziotta penitenziaria.
L'Assistente Capo L.M.di servizio nel turno pomeridiano stava svolgendo regolarmente la propria attività. Mentre provvedeva ad orario previsto a far uscire le detenute dalla saletta socialità per farle rientrare nelle camere di pernottamento, è stata presa alle spalle da una detenuta di origine Napoletana D.C.R.(definita la mantide), che con dei lacci di scarpe ha cercato di strangolare l'Agente che contemporaneamente era stata bloccata da altra detenuta per le mani, in modo da evitare che la stessa cercasse di liberarsi dalla morsa.
Donato Sabia -Segretario Regionale Agg. della UILPA Penitenziari Basilicata- dichiara « l'eloquenza dell'azione non lascia dubbi, un tentato omicidio studiato e pianificato nei particolari. Solo le urla delle altre detenute forse ha destabilizzato l'azione criminosa tanto da consentire all'Assistente di svincolarsi dalla presa con la forza della disperazione, vedendosi come si vuol dire la morte con gli occhi»
L’arrivo di altro personale ha salvato l'Agente, ripristinando l'ordine e la sicurezza interna al reparto; l'agente è stata prontamente soccorsa da personale sanitario e trasferita al P.S.del locale Ospedale San Carlo di Potenza e ricoverata al Reparto di cardiologia.
Continua Sabia – «quanto accaduto è gravissimo, soprattutto l’Amministrazione non può adesso sottrarsi alle proprie responsabilità, visto che la detenuta in questione, era stata protagonista di notevoli eventi e minacce nei confronti del personale. Si evince un’Amministrazione Penitenziaria totalmente assente, lasciando il personale in balia delle onde, del pericolo». Conclude – «non si può andare a lavorare con queste situazioni con la certezza del pericolo, rischiando la vita in un semplice turno di servizio». La UIL chiede l' immediato trasferimento della detenuta che ha tentato l'omicidio, nelle prossime 24/48 ore, in caso contrario, tutto il personale si mobiliterà con forti azione di proteste, anche con l'autoconsegna. Richiesta alla quale si unisce l' O.S.A.P.P: «Per la detenuta in questione è stato più volte richiesto l’allontanamento proprio per la sua indole violenta tanto che diversi Istituti in cui la medesima è stata precedentemente ristretta hanno chiesto l’applicazione dell’articolo 14 bis ma a tutt’oggi l’Amministrazione è silente. Per quanto riguarda il personale di Polizia Penitenziaria si tratta dell’ennesimo episodio in cui lo stesso è vittima di aggressioni da parte di detenuti. Tali episodi sono dirette conseguenze di una cronica carenza di personale di Polizia Penitenziaria in tutti gli Istituti, in particolare in quello di Potenza, dove per soccombere a tali carenze si è costretti ad essere sottoposti a turni massacranti nonché ad accorpare più posti di servizio pregiudicando la sicurezza e l’incolumità di chi è preposto a tale servizio. Le conclusioni rispetto al disagio e ai rischi dei Poliziotti Penitenziari in servizio nelle carceri sul territorio nazionale».
Le tre organizzazioni hanno sottolineato la pericolosità della detenuta e le carenze dell'amministrazione.
Aggiornamento 24/12/2015
A seguito del recente tentativo di omicidio posto in atto da due detenute a danno di Poliziotta Penitenziaria, ancora oggi ricoverata presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, i segretari regionali di Sappe, Uil Penitenziari, Osapp e Sapp Cgil, «nell’esprimere la piena solidarietà alla collega L.M., non possono che denunciare la totale assenza e insensibilità dell’Amministrazione Penitenziaria locale, regionale e nazionale, di fronte a un caso grave come quello avvenuto nella serata del 21 c.m.all’interno della sezione femminile della casa circondariale di Potenza. A tutt’oggi – si legge nella nota sindacale congiunta - nessun Dirigente o Capo della Polizia Penitenziaria si è interessato delle condizioni di salute dell’Assistente Capo, madre di due figlie (abbandonata a sé stessa), che nell’espletare con abnegazione e professionalità i propri compiti istituzionali è caduta in una trappola messa in atto dalle detenute, azione forse pianificata e studiata nei dettagli al fine di uccidere la collega, viva solo per miracolo. L’indifferenza dei vertici, dimostra che gli uomini e le donne dei baschi azzurri sono considerati solo dei numeri, che neanche un tentativo di strangolamento ha attirato umanamente l’Amministrazione Penitenziaria; è una vergogna. Per le OO. SS. quanto accaduto poteva essere evitato, poiché già alcune informative preannunciavano una eventuale aggressione nei confronti di più unità femminile, tra cui l’Assistente in questione. Non solo, le predette detenute erano state protagoniste già di notevoli eventi critici ed aggressioni al personale, tanto da pregiudicare l’ordine e la sicurezza interna, proprio per questo, i sindacati avevano chiesto – continua la nota - maggiore attenzione invitando la Direzione ad urgenti provvedimenti, tanto da non lasciare una sola unità per turno all’interno della sezione, al fine di salvaguardare incolumità degli Agenti, altresì, avevano chiesto un regime più stringente per i detenuti violenti, di fatto, le detenute promotrici dell’aggressione erano state attenzionate da numerose segnalazioni conseguenti ad episodi comportamentali molto discutibili, mettendo KO più unità di P.P.femminile, senza che l’amministrazione penitenziaria prendesse i dovuti provvedimenti. Le aggressioni al personale all’interno della struttura potentina sono in crescita negli ultimi anni, per ciò deve far riflettere tutti, a questo punto, la responsabilità non può non essere anche soggettiva dovuta ad una mediocre gestione, per cui, le OOSS. chiedono l’immediato cambio del vertice della Direzione Potentina e del Provveditore Regionale, ritenuto inutile per l’attività dimostrata nel territorio Lucano. Del resto non siamo del tutto sorpresi della scarsa attenzione dell’Amministrazione Regionale nei confronti della Polizia Penitenziaria, un dato confermato sia dall’assenza totale delle relazioni sindacali in ambito regionale nei confronti delle OO. SS. del Comparto Sicurezza, sia sulle criticità gestionali, che nonostante sono state largamente rappresentate, sono sempre rimaste inevase, anche di fronte ad una emergenza penitenziaria senza precedenti come quella che si registra nella sede di Potenza. Non per ultimo, le OO. SS. hanno evidenziato che il DAP, nell’ultimo periodo ha disposto sempre maggiori trasferimenti nell’Istituto del capoluogo di detenuti per motivi di opportunità e sicurezza, poiché protagonisti di aggressioni verso altri detenuti o per aver sovvertito l’ordine e la sicurezza in altre strutture. Nell’assegnazione di tali soggetti con alta pericolosità penitenziaria, l’Amministrazione non sembra tener conto – rimarcano i sindacati - delle peculiarità e caratteristiche della casa circondariale di Potenza, come la sezione femminile che sicuramente per la posizione logistica, precaria e per il numero di personale in servizio, non potrebbe ospitare detenute ad alta pericolosità sociale. Queste OO. SS. prendono atto che l’Amministrazione Penitenziaria, ad oggi, non ha ancora preso alcun provvedimento deflattivo nei confronti delle detenute coinvolte, come se nulla fosse accaduto. Le scriventi OO. SS. invitano le SS. LL. a prendere cognizione della realtà dei fatti, con l’invio anche degli Ispettori del Ministero, nonché del Nucleo Investigativo Centrale (N.I.C.) della Polizia Penitenziaria, per accertare le responsabilità dirette e soggettive dei vertici della casa circondariale di Potenza con la complicità del Provveditorato Regionale della Basilicata. In caso contrario e in assenza di risposte concrete ed immediate, le organizzazioni sindacali si riservano di valutate le più opportune iniziative di proteste mirate a garantire ai baschi azzurri, dignità e condizioni lavorative adeguate senza rischiare la vita in un semplice turno di servizio»
Martedì 22 dicembre 2015