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L'arresto di un 36 enne di Bari è stato deciso nell'ambito dell'operazione «Chiavi in mano» che circa due anni fa portò in carcere altri quattro pregiudicati baresi, accusati di furti nell'area del vulture-melfese e alto bradano
Nell’ottobre del 2013 i Carabinieri della Compagnia di Venosa, coordinati dal Capitano Vincenzo VARRIALE, concludevano l'operazione convenzionalmente denominata «chiavi in mano», per il particolare modus operandi adottato dagli arrestati, volta a porre fine al preoccupante e dilagante fenomeno dei furti in abitazione che stava ingenerando un vero e proprio allarme sociale nell’area del vulture-melfese e dell’alto bradano. Infatti, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della cittadina oraziana, unitamente a quelli della Stazione Carabinieri di Lavello, a conclusione di complesse ed articolate indagini, protrattesi per circa un anno, riuscivano a chiudere il cerchio intorno ad una vera e propria organizzazione malavitosa, a carattere interregionale, formata da soggetti di origine pugliese, fortemente specializzati nel remunerativo ed allarmante settore criminale dei furti in abitazione.
Le indagini consentivano di acquisire gravi, univoci e concordanti indizi di colpevolezza a carico degli indagati, da cui conseguiva l’emissione, nell’ottobre del 2013, da parte del gip presso il Tribunale di Potenza, di 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti pregiudicati baresi.
Le indagini, tuttavia, sono andate avanti senza soluzione di continuità al fine di assicurare alla giustizia anche gli altri componenti l’organizzazione malavitosa risultati complici degli innumerevoli furti in abitazione commessi in quel periodo.
Infatti, grazie alla continuata attività investigativa dei militari della Compagnia oraziana, venivano acquisiti ulteriori elementi di colpevolezza che consentivano di identificare un altro complice del gruppo, D.G., 36enne pregiudicato di Bari, che, nella mattinata di ieri, veniva anch’egli attinto da provvedimento cautelare emesso dalla Procura della Repubblica di Potenza.
Gli operanti, infatti, accertavano che il reo, in concorso con i soggetti già arrestati, aveva partecipato al furto perpetrato all’interno dell’appartamento dell’ex sindaco di Lavello, dal quale erano stati asportati alcuni monili in oro ed apparecchiature informatiche varie. Sulla scena del crimine gli uomini della Benemerita riuscivano a rinvenire importanti tracce ed elementi la cui attenta e puntuale analisi si rilevava poi estremamente utile sia all’identificazione dei responsabili del furto, che alla riconducibilità agli stessi di numerosi analoghi episodi criminosi commessi in quel medesimo arco temporale.
Contestualmente, in Genzano di Lucania, i militari della locale Stazione eseguivano un ordine di carcerazione, emesso dal Tribunale di Potenza, nei confronti di un giovane, P.M., 28enne, della provincia di Lecce, ospite presso la comunità «Emmanuel» di quel centro. Infatti, il giovane, già sottoposto al regime degli arresti domiciliari, veniva tradotto presso il carcere di Potenza a seguito delle reiterate violazioni delle regole e norme imposte dal programma terapeutico che aveva in atto.
In Montemilone, infine, i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione di accertamenti volti a reprimere i reati ambientali, deferivano in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Potenza, due persone del luogo, per abbandono di rifiuti speciali e pericolosi su suolo pubblico. Infatti i militari accertavano che i due, in particolare il titolare di una ditta edile, abbandonavano sul suolo pubblico, senza le prescritte autorizzazioni, materiali edili di risulta. Venivano tuttavia immediatamente avviate le procedure per la bonifica dell’area in questione.
Martedì 7 luglio 2015