Potenza | condanna bubbico

Dalla Corte dei Conti condanna

contabile per il viceministro Bubbico

L'allegro Tribunale di Potenza lo aveva assolto dall'accusa di abuso d'ufficio, ma la Corte dei Conti lo condanna

di Ferdinando Moliterni

Filippo Bubbico
Filippo Bubbico

Potenza – Filippo Bubbico (Pd), attuale vice ministro del Ministero dell'Interno, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il danno erariale pari a 4.500 euro, oltre che al pagamento di 897 euro per spese di giudizio. Il comportamento di Bubbico, in merito ai fatti del processo, è stato ritenuto «connotato da inescusabile negligenza». 

La vicenda: La condanna, chiesta dal sostituto procuratore Ernesto Gargano, si riferisce all’adozione, da parte dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Basilicata, della delibera n. 248 del 20/12/2005, con la quale era stato affidato ad un soggetto esterno l'incarico di redigere un progetto di organizzazione del Consiglio regionale, per una spesa di Euro 23.869,00. Il soggetto esterno è l'avvocato Paolo Albano. All'epoca dei fatti Bubbico rivestiva la carica di presidente del Consiglio regionale della Basilicata.

Perchè la condanna: Quell'incarico, secondo i giudici contabili, non rappresenta altro che una consulenza superflua. Infatti l'organigramma del Consiglio regionale all'epoca del conferimento, oltre a n. 9 dirigenti, era composto da 87 unità, di cui 46 funzionari con qualifica direttiva e, dunque, assolutamente in grado di attendere all'incarico affidato al consulente esterno poteva essere affidato a uno dei dipendenti della stessa amministrazione che avevano professionalità in grado di assolvere allo stesso compito. Tra l'altro le attività oggetto della delibera avevano carattere ordinario e non erano invece volte a soddisfare esigenze eccezionali ed impreviste né implicavano problematiche di particolare complessità, tali da richiedere una consulenza esterna. Per questo la somma pagata per quell'incarico, circa 23.800 euro, ha rappresentato un danno per la stessa Regione.

La sentenza: Bubbico dovrà risarcire la Regione Basilicata per una cifra pari a 4.500 euro. Sottoposti, dalla Corte dei Conti con sentenza del 27 ottobre 2014, ad un risarcimento identico anche gli altri quattro componenti dell'Ufficio di presidenza che approvarono la delibera generale in questione. Gli altri dirigenti sono Rosa Mastrosimone, Egidio Digilio, Giacomo Nardiello e Antonio Flovilla. Ed in un terzo giudizio era stato condannato per altri 4.500 euro l’ex dirigente generale del Consiglio, Francesco Ricciardi. 

In totale nelle casse della Regione rientreranno 27mila euro, una somma maggiorata rispetto a quella prevista nella delibera, perché comprensiva della svalutazione monetaria. Per la stessa vicenda, Bubbico, è stato assolto, lo scorso dicembre, dal Tribunale penale di Potenza per un'ipotesi di abuso d’ufficio che i giudici hanno ritenuto non sussistere.

Le norme dell'epoca prevedevano che incarichi esterni potessero essere affidati solo «per esigenze a cui non è possibile far fronte con personale in servizio», e che l’affidamento di «consulenza a soggetti estranei all’amministrazione in materie e per oggetti rientranti nelle competenze della struttura burocratica dell’ente, deve essere adeguatamente motivato». Per questo i giudici hanno contestato anche che la «la delibera appare sorretta da motivazione meramente tautologica ed apparente quando afferma: Rilevata l’assenza di strutture organizzatrive e professionali interne in grado di assicurare, data la complessità, peculiarità e novità della materia, lo sviluppo del nuovo porgetto organizzativo del Consiglio regionale». Non solo, perchè anche il dato che era stato dato un termine di 10 giorni ai dirigenti interni per formulare proposta sulla materia in questione (solo uno la formulò) non significa nulla. Perchè dice la sentenza «La mera inerzia dei Dirigenti seguita all'invito a formulare proposte, non può essere intesa come accertata impossibilità di provvedere con risorse interne, anche perché lo svolgimento di un importante compito istituzionale non poteva essere lasciata all'adesione volontaria dei Dirigenti, ai quali era stato anche fissato un tempo palesemente breve».

Da un altro punto di vista va ricordato che il progetto di Albano non sembra neanche aver rappresentato alcuna utilità per la Regione, in quanto gli uffici del Consiglio sono stati poi riorganizzati, con una delibera del 2007, secondo le proposte del direttore generale del Consiglio dell'epoca, che furono diverse da quelle presentate da Albano

Infine la Corte dei Conti, in precedenza, aveva rigettato una nuova richiesta di sospensione del giudizio presentata dai legali di Bubbico in attesa della pronuncia della Cassazione in tema di giurisdizione a seguito di un ricorso presentato dagli stessi legali. I giudici hanno però osservato che «nel presente procedimento sono già intervenute pronunce in tema di giurisdizione», e che «è stata affermata la sussistenza della giurisdizione della Corte dei conti dalla Sezione Prima Giurisdizionale Centrale d’Appello» per cui «il proposto regolamento preventivo di giurisdizione appare manifestamente inammissibile».

Sabato 4 luglio 2015