Melfi | inchiesta appalti pilotati

Cassazione: per Valvano non ci sono

«gravi indizi di colpevolezza»

La Cassazione ha accolto il ricorso del sindaco di Melfi dichiarando l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, la mancanza di esigenze cautelari e inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero

Municipio Melfi
Municipio Melfi

MELFI - La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal sindaco di Melfi, Livio Valvano, dichiarando «l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza» nei suo confronti. Ha inoltre dichiarato la mancanza di esigenze cautelari e inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero. Così vengono annullate sia la decisione del Tribunale del riesame, che confermò i gravi indizi di coplpevolezza, che quella originaria del giudice delle indagini preliminari, che aveva posto agli arresti domiciliari il tutt'ora primo cittadino del comune federiciano. In sostanza viene respinta la richiesta della Procura di Potenza, che aveva chiesto un nuovo arresto per Valvano. In ogni caso Valvano resta indagato insieme ad altre 23 persone, tra le quali Bernardino D'Amelio,ex capo dell’ufficio tecnico del Comune di Melfi. Il 2 luglio, infatti, è previsto l’inizio del processo con la celebrazione dell’udienza preliminare. L'inchiesta, nella quale è stato coinvolto Valvano, avrebbe scoperta un sistema di malaffare all'interno del Comune, finalizzato a far ottenere l'assegnazione di appalti pubblici in favore di alcune imprese. Nello specifico le indagini si sono concentrate sulle varianti relative alla realizzazione di 36 alloggi popolari, in contrada Bicocca, ed ai lavori di messa insicurezza di una scuola elementare Istituto scolastico Nitti, con ribassi anomali che quasi raggiungevano il 40 %. Lavori compiuti sempre dalla stessa ditta, o da ditte facenti capo al gruppo Caprarella. Gli appalti di questi due lavori erano stati assegnati nell'estate del 2009, quando Valvano però non era ancora sindaco.

In attesa dello svolgimento processuale Valvano, che non si è mai dimesso dalla carica, nella giornata di ieri, ha firmato un’ordinanza che obbliga i gestori di telefonia mobile a riportare le emissioni elettromagnetiche nell’ambito del limite consentito. «In seguito alla segnalazione dell’Arpab di Potenza – si legge nell’ordinanza- relativa al superamento di alcuni valori di campo elettromagnetico riscontrati nelle adiacenze della centrale Telecom in Via Galilei, si ordina ai gestori di telefonia di apportare tutte le necessarie modifiche agli impianti ubicati presso la Centrale Telecom di Via Galilei al fine di riportare i valori di campo elettromagnetico al di sotto dei valori dei limiti di attenzione, ossia 6V/m (ai sensi della Tab 2 del DPCM 8/7/2003), previa presentazione di idonea relazione tecnica progettuale prodotta all’Ente per opportune verifiche»

Sabato 13 giugno 2015