di Ferdinando Moliterni
Il 24 giugno i magistrati si pronunceranno sull'appalto da 58 milioni del Consorzio Vulture. Il Tar aveva sospeso l'assegnazione, accogliendo l’istanza di Intercantieri e Ares (ex De Sio). Era stata chiesta nell'occasione anche una relazione dalla Regione sullo smaltimento delle terre di scavo
Il progetto era stato avviato oltre 35 anni fa e ad oggi ancora non è stato terminato. Manca il completamento funzionale dello schema irriguo «Basento-Bradano» relativamente al distretto «G», che dalla traversa di Trivigno e dal Camastra si dirama fino alle dighe di Acerenza(capacità 30 milioni di mc di acqua) e Genzano(50 milio di mc). Più precisamente il progetto prevede la realizzazione di: una condotta principale (collegamento diga di Genzano alla diga del Basentello) di 23,170 km; diramazioni settoriali per alimentare i 14 settori del «distretto G»; una rete di distribuzione irrigua, con sviluppo di circa 400 km; 14 vasche di compenso di volume variabile complete di strumenti di misura delle portate; un impianto di sollevamento per il settore G6 con portata di 172,36 lt/sec e prevalenza di 189 m. L’opera è frutto dell’unificazione di 2 distinti progetti denominati in precedenza «Completamento schema idrico Basento Bradano. Adduttore diga di Genzano–Diga del Basentello» e «Completamento schema idrico Basento Bradano. Attrezzamento Settore G». Nel 2014 era risultata aggiudicataria della gara la Ditta D’Agostino Srl di Montefalcione (Av) per un importo netto di lavori di poco superiore a 45 milioni di euro. Durata dei lavori prevista: 850 giorni. L'opera dovrebbe consentire di irrigare circa 7.000 ettari netti di terreni agricoli. L’impresa si aggiudicò i lavori con un considerevole ribasso. Si consideri che 58milioni di euro era la base d’asta e che quindi la D'Agostino si aggiudicò l'appalto con un ribasso di quasi 13 milioni di euro, mentre la seconda classificata ne avrebbe offerto soltanto uno. Il Tar Basilicata, ravvisando un'anomalia nell'offerta della ditta avellinese, accolse l’istanza cautelare presentata dai legali del raggruppamento composto dalla Intercantieri Vittadello di Padova e dai lucani della Ares Costruzioni (ex De Sio). Quindi il Tar sospese la delibera del commissario straordinario del Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano con cui i lavori erano stati aggiudicati in via definitiva. Per l’udienza del 24 giugno il Tar Basilicata ha disposto anche l’acquisizione di una relazione dal capo di gabinetto del presidente della giunta regionale sulla congruità della voce di prezzo «relativa al conferimento in discarica autorizzata del materiale proveniente da scavi e non riutilizzato per rinterri» del nuovo tariffario approvato dalla Regione. Ciò da un confronto con quello del 2012 che indicava una cifra di molto superiore, 3 euro al quintale invece di 30 centesimi.
Inoltre nel loro ricorso sia Ares che Intercantieri hanno chiesto il risarcimento dei danni al Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano, pari al 10% dell’offerta più il 5% dell’importo a base di gara e delle «spese sostenute per la partecipazione alla gara», e annessi e connessi.
Giovedì 11 giugno 2015
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