Redazione Online
FIREMA: La Firema, che ha una sede anche a Tito Scalo e che opera nel campo dei trasporti, rischia il fallimento. Per questo oggi i dipendenti lucani hanno nuovamente manifestato davanti la sede della regione basilicata. Pittella, presidente della Regione, ha annunciato che sarà domani al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), per prendere parte alla nuova riunione sulla vertenza Firema. Indiscrezioni parlano di diverse aziende meridionali del settore ferroviario interessate a rilevare il gruppo. Se così fosse si potrebbe chiedere la sospensione della procedura fallimentare ed una proroga del commissariamento ormai giunto a scadenza. Infatti il commissariamento scadrà il 17 giugno. In partenza domani, per Roma, anche i lavoratori dello stabilimento titese della Firema, i quali saranno in presidio davanti la sede del Mise, e che hanno invitato i parlamentari lucani a partecipare alla manifestazione.
EX FENICE: I lavoratori del termodistruttore ex Fenice, attualmente Rendina ambiente, sono preoccupati per i previsti licenziamenti. Le segreterie territoriali di Fim-Cisl Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, Ugl Metalmeccanici, in una nota congiunta, hanno comunicato, in seguito all'incontro tenutosi ieri tra l'azienda, i sindacati e la Rsu, che non è stata raggiunta un'intesa per scongiurare le procedure per la riduzione del personale di una quantità pari a 6 lavoratori. «L’azienda –si legge nella nota– che opera nel settore della gestione rifiuti come termovalorizzatore con un organico pari a 52 unità ha avviato una procedura per la messa in mobilità di sei lavoratori adducendo varie motivazioni che per il sindacato sono pretestuose e finalizzate solo alla riduzione di personale. Da circa due anni -sostengono i sindacati- l’azienda cerca di scaricare sui lavoratori tutte l’incapacità di gestire un impianto con un processo industriale complesso». Le organizzazioni di categoria affermano inoltre che «l’azienda invece di dare risposte concrete al fine di ottenere le autorizzazioni ambientali, adeguare gli impianti per un regolare funzionamento nel rispetto delle norme di sicurezza e ambientali, vuole ridurre i costi esclusivamente attraverso la riduzione del personale». Per questo motivo i sindacati, oltre ad avviare le procedure per la proclamazione di uno sciopero, chiedono «quale sia il progetto industriale futuro», invocano il ritiro «delle procedure di licenziamento per i 6 lavoratori» e «l’avvio di un confronto».
RONDA SERVICE: Questa mattina in presidio davanti la prefettura di potenza i lavoratori di Ronda Service, costola dell'azienda madre La Ronda. L'80% delle attività di Ronda Service è assicurata proprio da La Ronda, che dal 15 maggio è in amministrazione straordinaria a seguito di una sentenza di insolvenza che ha congelato debiti e crediti. Cosicchè da quella data tutte le fatture emesse non sono esigibili. Questa la causa addotta dall'azienda per la mancata erogazione degli stipendi da Aprile in poi, e questo il motivo del presidio. Entro la prossima settimana i 3 commissari si pronunceranno presso il tribunale, e si saprà se ci sono le condizioni per un salvataggio o bisognerà dichiarare il fallimento. Se ci si basa sui dati diffusi dal tribunale di Potenza, ufficio fallimenti, a metà maggio (14 maggio 2015), la situazione è alquanto allarmante. Basti pensare al deficit patrimoniale di oltre 28 milioni di euro, agli oltre 37 milioni di euro di passivo, ai 25 milioni di euro di debiti verso l'erario, e ai più di 7 milioni di tfr. Milioni di euro ai quali vanno aggiunti sia quelli delle perdite del 2013 e del 2014, nonchè il gravissimo ammanco di 7 milioni di euro, completamente spariti dal caveau.
Ex Clean Company: Chiedono l’intervento del presidente della Regione, Pittella, i dipendenti dell’ex società Clean Company, attualmente gestiti dal Consorzio Thesis che opera nell’appalto per le pulizie dell’ospedale di Villa d’Agri. Una situazione complicata che va ormai avanti da molto tempo e che è legata all’avanzamento delle mensilità (attualmente da aprile a giugno scorso). Ma ci sono anche lavoratori che ancora devono ricevere spettanze del 2013, dalle 3.000 alle 6.000 euro.
I dirigenti della Direzione sanitaria ed i sindacati ostentano tranquillità e assicurano che sia tutto nella norma, ma in realtà i dipendenti non sanno quando riceveranno gli stipendi
Mercoledì 10 giugno 2015
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