Evento culturale per celebrare la nuova edizione di «Sud e magia»

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Evento culturale per celebrare
la nuova edizione di «Sud e magia»

A cinquant'anni dalla scomparsa di Ernesto De Martino, la Donzelli editore pubblica una nuova edizione del celebre libro dell'autore napoletano

di Ferdinando Moliterni

Agricoltori durante il rituale per scacciare la tempesta
Agricoltori durante il rituale per scacciare la tempesta

In occasione dell’uscita della nuova edizione di «Sud e magia» di Ernesto De Martino, a cinquant'anni dalla morte dell'autore, Regione Basilicata, Comune di Matera, Matera 2019 Capitale europea della cultura e Università degli Studi della Basilicata, in collaborazione con Donzelli editore, organizzano una giornata di studio dedicata ad un classico dell’indagine etnografica sul nostro Mezzogiorno. Il libro che come scrisse Gallini, in una introduzione a Morte e pianto rituale, segna il passaggio da un’etnologia «da tavolino» all’esercizio della ricerca sul campo. Il sud del titolo rappresenta chiaramente più che una determinazione geografica dell'oggetto di studio, un'etichetta politica e sociale. L'autore si prodiga nel raccogliere le pratiche magiche che sopravvivono in Basilicata, al fine di carpirne non solo la tecnica che le sorregge, ma anche la funzione psicologica alla quale assolvono e quali siano le condizioni storico-sociali che ne favoriscono il perdurare. Il materiale raccolto sul campo viene così ad inserirsi all'interno di una dialettica gramsciana tra la cultura delle classi egemoni, e dell'egemone forma religiosa, ovvero il cattolicesimo, e quella delle classi subalterne, in questo caso particolare quella, come le definì De Martino stesso, delle «plebi rustiche del mezzogiorno».

«In quanto orizzonte stabile della crisi, la magia offre il quadro mitico di forze magiche, di fascinazioni e possessioni, di fatture e di esorcismi, e istituzionalizza la figura di operatori magici specializzati. In quanto operazione di riassorbimento del negativo nell’ordine metastorico, la magia è più propriamente rito, potenza del gesto e della parola: sul piano metastorico della magia, tutte le gravidanze sono condotte felicemente a termine, tutti i neonati sono vivi e vitali, il latte fluisce sempre abbondante nel seno delle madri, e così via, proprio all’opposto di ciò che accade nella storia».

Forte collante e filo conduttore per De Martino in questa sua analisi di un mondo eterogeneo e disgregato, che sembra affollato da contraddizioni al limite del verosimile, è la motivazione psicologica di protezione dinanzi a quella che viene avvertita come potenza incontrastabile del negativo nella vita quotidiana. Per De Martino il tema fondamentale della bassa magia cerimoniale lucana è quello della fascinazione che indica «una condizione psichica di impedimento e di inibizione, e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l'autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta». In ogni caso tutto è magico, qualsiasi evento connesso all'attività umana. Così come il magico può riferirsi sia a persone fisiche che ad entità naturali, sovrannaturali e non visibili. Ad esempio connesso al lavoro dei campi vi era una formula ed un rituale per scacciare la tempesta, o evitare che essa si avverasse. Tale esempio ben rende la complessità di ciò di cui si parla.

Le parole della formula erano:

Uno: lu Die lu monde mantene; ruie: lu sole e la luna; tre: le tre patriarche Abramo, Isacco e Giacobbe; quattro: le quattre evangeliste Matteo, Marco, Luca e Giovanni cantère o vangele dinanzi a Criste. E tu nuvola brutta oscura ca sè venut è a ffa? Ristuccia ristuccià. No! Vattene a quella parte oscure addò nun canta lu gadde, non vegeta ciampa de cavadde! Poi come aggiunge De Martino «si traccia con la falce un cerchio magico sul terreno e dopo aver sollevato in alto la falce in direzione del nembo temporalesco avanzante si recita lo scongiuro vero e proprio». Il gesto magico, connotato poeticamente, esorcizza e libera, permette di riacquistare coscienza.

Per De Martino, che pur lasciandosi a modo suo allettare dal magismo lucano, ma che comunque rimane concentrato nel trovare un esito al duello razionalismo-magia, il mondo magico è un dramma storico. Dramma individuale e collettivo. «Attraverso la figura dello stregone, attraverso il suo dramma esistenziale, è la comunità nel suo complesso, o quanto meno uno o più membri di essa, che si apre alla vicenda dell’esserci che si smarrisce e si ritrova». In contesti geosociali critici il ritualismo magico fa parte di un processo di destorificazione del divenire, che consente di «stare nella storia come se non ci si stesse». Magia che contrasta la crisi della presenza. Per l'autore, l'orizzonte delle genti lucani era un orizzonte metastorico e propria della magia lucana era la destorificazione del negativo. Sistema magico visto come un mantello di protezione esistenziale dai ceti popolari. Quindi al senso di precarietà andava di pari passo la necessità di ricorrere a simbolismi protettivi.

Ma la magia è anche molto altro, poeticamente altro. Come ci ricorda il centauro del film «Medea», realizzato dal grande regista italiano Pasolini:

«Tutto è santo, tutto è santo, tutto è santo,

non c’è niente di naturale nella natura, ragazzo mio,

tienilo bene in mente.

 Quando la natura ti sembrerà naturale,

 tutto sarà finito

 e comincerà qualcos’altro: addio cielo, addio mare.

Che bel cielo, vicino, felice.

Dì, ti sembra che un pezzetto solo non sia innaturale e non sia posseduto da un Dio?...

… in ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un Dio, e

se per caso non c’è, ha lasciato lì i segni della sua presenza».

Descrizione evento:

La mattina vedrà protagonisti i ragazzi delle scuole superiori di Matera che parteciperanno a un incontro a loro esclusivamente rivolto. Fabio Dei, curatore del volume insieme ad Antonio Fanelli, svolgerà una lezione introduttiva alla quale seguiranno gli interventi critici del regista e documentarista Luigi Di Gianni e del direttore del Dicem (Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università degli Studi della Basilicata) Ferdinando Mirizzi. Ad Antonio Fanelli saranno affidate le note di commento ai contenuti della mattinata che si concluderà con la proiezione di Magia lucana, documentario di Luigi Di Gianni realizzato con la consulenza scientifica di Ernesto de Martino e vincitore al Festival di Venezia, edizione 1958. Il pomeriggio materano proseguirà con un evento rivolto a tutta la cittadinanza che verrà aperto dagli interventi di Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata; Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera; Paolo Verri – Direttore Generale di Matera 2019 Capitale europea della Cultura e Carmine Donzelli, direttore editoriali della Donzelli editore. Seguirà un confronto coordinato da Marino Sinibaldi, Direttore di Radio 3, a cui parteciperanno, insieme ai curatori del volume, il giornalista scrittore, Goffredo Fofi e il professor Ferdinando Mirizzi. L’incontro verrà caratterizzato anche da una serie di interventi musicali dell’artista ed etnomusicologo Daniele Sepe, accompagnato dai sui musicisti Floriana Cangiano e Tommy De Paola.

La casa editrice Donzelli precisa in una nota che «questa nuova edizione, introdotta da un denso saggio storico-critico dei curatori, ripropone tutti i testi e le immagini fotografiche dell’edizione del 1959, corredati e arricchiti da materiali rimasti per lo più inediti, raccolti qui per la prima volta in un percorso organico che introduce il lettore nello straordinario «cantiere» etnologico lucano da cui ha preso corpo il testo di Sud e magia».

Infine va fatto notare che l’appendice di Sud e magia segna l'inizio del cammino che condurrà alla «Terra del rimorso», poiché contiene appunti riguardo al tarantolismo pugliese.

Venerdì 11 dicembre 2015

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