Redazione Online
Il Csail (Comitato Sviluppo Aree Interne Lucane) si esprime sulla questione del dissesto finanziaro di Potenza.
«Va bene destinare il fondo della card carburanti alle famiglie lucane che vivono in povertà e comunque a programmi e progetti sociali e per l'occupazione ma è sciagurato coprire il dissesto finanziario del Comune di Potenza provocato da dieci anni di spesa allegra». Lo sostiene il Csail, che «si opporrà a qualsiasi ipotesi di salvare responsabilità politiche e personali che hanno un nome e un cognome ben noti ai potentini. Diverso invece sarebbe ipotizzare di istituire un fondo salvezza per tutti i 131 Comuni lucani che, sia pure in forma e in maniera differenziata, hanno bisogno di aiuti per garantire servizi essenziali ai propri cittadini ed in particolare alle categorie sociali più deboli». «In questo quadro - evidenzia il Csail - non avremmo nulla in contrario di includere il capoluogo di regione ma quindi con una cifra inferiore agli oltre 30 milioni di euro di cui ha bisogno per evitare il commissariamento. Il Csail non ce l'ha certamente con il sindaco De Luca al quale va dato atto di aver profuso il massimo sforzo per il risanamento finanziario dell'Ente ereditato da chi l'ha preceduto trasferendogli una situazione drammatica. Però i cittadini della Val d'Agri che convivono con i pozzi e l'attività del Centro Oli di Viggiano non possono assistere passivamente alle manovre politiche del Pd e di partiti ed esponenti che hanno ben altri disegni e interessi e solo a parole si dicono disponibili a sostenere De Luca. Il tempo della pazienza del popolo del petrolio a cui sono state scippate risorse finanziarie enormi nel corso degli anni che, messe insieme avrebbero salvato 30-40 volte Potenza, è finito. Lo abbiamo sempre denunciato: i proventi dell'estrazione del greggio non sono un bancomat per ritirare denaro in contanti da spendere come si vuole mettendo sempre in secondo piano le esigenze delle comunità valligiane e saurine. Il Csail ha avviato una campagna contro la povertà con la raccolta di una petizione popolare a sostegno della proposta perché l’Eni-Total, tutte le compagnie petrolifere concessionarie delle attività estrattive, versino direttamente ai Comuni una quota percentuale delle royalties del petrolio riconosciute alla Regione (sarebbe sufficiente l’1,5%-2%) da destinare esclusivamente alle famiglie iscritte in quelli che sono, purtroppo, ancora gli elenchi delle persone indigenti depositati presso i municipi. Si tratta di un modo concreto e semplice per affrontare il problema povertà senza emettere card e senza disperdere soldi che nel caso del Programma Cittadinanza Solidale sono andate a finire alle Agenzie di formazione sino a ieri gestite dalle Province di Potenza e di Matera alimentando nuovi corsifici inutili. Infine, non si può sottacere che comunque il Comune di Potenza gode già di aiuti dalla regione per numerosi servizi, in buona parte largamente insoddisfacenti per i cittadini che raggiungono il capoluogo».
Domenica 28 giugno 2015
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