Redazione Online
POTENZA - Annullate in Cassazione con rinvio alla Corte d’Appello di Salerno le condanne nei confronti del tenente della Polizia Provinciale di Potenza Giuseppe Di Bello. «Anche la Procura Generale -ha detto Di Bello- ha evidenziato delle contraddizioni tra i giudizi che ritenevano moralmente apprezzabile la mia azione, e che pur non ravvisavando alcun danno dalle rivelazioni, concludevano con una condanna». Del resto nella sentenza si leggeva: «Moralmente apprezzabile ciò che ha fatto, ma le modalità con cui ha agito risultano illecite». I fatti, che risalgono al gennaio del 2010, sono collegati alla rivelazione dei risultati di analisi, indipendenti e autofinanziate, delle acque del Pertusillo, Camastra e Montecugno, eseguite fuori servizio, dalle quali sarebbe emerso un livello di inquinamento delle stesse superiore ai limiti. Il tenente si era reso «reo di aver violato il segreto diffondendo alcuni dati sulla cattiva qualità delle acque in alcuni invasi lucani». Il primo grado aveva stabilito una pena di due mesi e 20 giorni. Condanna che poi in Appello, il 22 novembre 2013, era divenuta di 3 mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici, pena questa poi sospesa. La vicenda costò a Di Bello anche l'esclusione dalla candidatura a presidente della Regione. Il tenente nonostante avesse vinto le primarie on line del Movimento cinque stelle, optò per la rinuncia.
Mercoledì 24 giugno 2015
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