Redazione Online
Si è svolta ieri l'attesa manifestazione organizzata dai no Triv lucani a Montegrosso, per ribadire un secco no alla creazione di nuovi pozzi petroliferi. Alla manifestazione hanno partecipato circa 40 associazioni ambientaliste. Importante è stata anche la presenza di una cinquantina di persone del movimento abruzzese «No Ombrina», ormai gemellato con i lucani e accumunato ad essi dalla lotta contro la Rockhopper. Infatti la società inglese propone Ombrina mare davanti alle coste abruzzesi, mentre in Basilicata spera di scoprire un giacimento petrolifero in località Montegrosso. Come si apprende da un comunicato della Rockhopper, compagnia che ha per logo un simpatico ed innocuo, nonchè inconsapevole pinguino, il sito di Montegrosso è «nella fascia di spinta dell’Appennino meridionale in prospettiva uno dei più grandi giacimenti onshore dell’Europa occidentale con una Pmean potenziale di risorsa lorda di oltre 200 milioni di barili ed una probabilità geologica stimata di successo (GSoC) del 23%. Fatte salve le approvazioni necessarie, Rockhopper prevede di estrarre idrocarburi durante il 2016». L'intento della protesta «Noi siamo sul pozzo», organizzata dai No Triv lucani, è stato principalmente quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'emergenza che potrebbe derivare dall'estrazione di petrolio nella zona, tra cui rischi di inquinamento ambientale e delle falde acquifere. La zona tra l'altro non dista neanche una ventina di chilometri da Potenza ed è ad una distanza risibile da centri come Bucaletto e Brindisi di Montagna. I partecipanti, radunatisi in mattinata presso la località Pallareta, si sono diretti in marcia verso il bosco, ed hanno tenuto un'assemblea aperta davanti ai cancelli del pozzo. Nella stessa giornata di ieri sono giunte le repliche, ovviamente rassicuranti, di Morandi, AD Rockhopper, che ribadisce come al momento si tratta di un semplice permesso esplorativo e di come comunque le attività di perforazione verranno fate in sicurezza e senza produrre rischi di tipo idrogeologico. Sergio Morandi così come si pone quasi come un'altra persona rispetto alla stessa già conosciuta in regione, perchè dal 1997 al 2004 è stato docente incaricato di sismica applicata all'Università della Basilicata, sembra sorvolare sulle finalità del permesso esplorativo, finalizzate appunto ad una possibile futura attività estrattiva. Benchè serviranno, nell'eventualità, ulteriori permessi, non si può certo credere che la Rockhopper trovato il petrolio, si fermi a guardarlo
Lunedì 8 giugno 2015
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