La legge di stabilità rappresenta in pieno un ritorno al passato

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La legge di stabilità rappresenta
in pieno un ritorno al passato

Summa, segretario generale della Cgil Basilicata:«Il Mezzogiorno resta solo una scatola vuota senza voce e senza strategia»

Redazione Online

CGIL Basilicata
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«La tanto decantata Legge di Stabilità ha assunto le sembianze di una vecchia Legge Finanziaria, con 1000 commi che servono a realizzare uno strambo taglia e cuci sulle questioni più varie. Si può dire, praticamente, che non c’è ambito di vita economica e civile del Paese che non sia stato toccato, lo dimostra il fatto che persino la compravendita dei calciatori ha subito una rivisitazione normativa». Lo ha detto Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata, nel corso del direttivo regionale del sindacato, tenutosi il 21 dicembre 2015.

«Nessun segnale strategico – prosegue Summa -, nessuna visione di sviluppo, non ci sono interventi tesi a dare strutturalità ad una politica economica di investimenti e di crescita. Una manovra che non crea lavoro, specialmente per i giovani, non riduce le diseguaglianze ed è totalmente sbilanciata verso le imprese, con l’introduzione di incentivi economici svincolati da investimenti, che a nostro avviso sono necessari per attivare l’economia».

«Una legge – continua Summa – che, contrariamente agli annunci dell’estate non contiene interventi per il Mezzogiorno che resta solo una scatola vuota senza voce e senza strategia. In questa sede ci duole ricordare che l’unica elaborazione degna di nota, resta quella della Cgil con l’operazione Laboratorio Sud, mentre neanche i Parlamentari sembrano interessarsi troppo della materia, forse perché troppo legati a filiere di partito a cui non serve fare polemica o proporre risposte oggettive per la rinascita urgente del tessuto socioeconomico del Mezzogiorno. Solo annunci targati Masterplan, per un sud sempre più povero e arretrato, che al netto dello 0,1 per cento di crescita pil, rimane sotto i livelli di pre-crisi: dal 2007 al 2014 il pil del Sud si è ridotto del 4,3%, mentre al nord è cresciuto del 1,7%; disoccupazione oltre il 20% il doppio del resto del Paese; in 7 anni sono svaniti circa 500 mila posti li lavoro, circa il 70% del totale del Paese, con una disoccupazione giovanile che tocca punte del 56%».

«Il tema del sud - ha detto Summa - continua anche ad essere quello della mancanza di infrastrutture sociali, prima che materiali. Abbiamo bisogno di ripartire da tre settori che possono vederci leader anche nei mercati: agricoltura, cultura, specializzazione in innovazione all’interno delle varie filiere, energia verde. E proprio sul tema della cultura che bisogna fare attenzione, per non perdere la grande occasione, anche economica, offerta dalla nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, per cui in legge finanziaria è già previsto uno stanziamento di 28 milioni».

Summa ha anche definito la proposta Cgil di un nuovo statuto dei lavoratori «una scelta di portata straordinaria, che lanciamo, come organizzazione, proprio nel momento in cui si è abbassata l’asticella dei diritti. Una battaglia culturale che necessita di un impegno convinto e straordinario che solo una grande organizzazione come la Cgil può immaginare di mettere in campo, senza aver timore di mettersi in gioco».

Mercoledì 23 dicembre 2015

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