petrolio e mare

Petrolio al largo delle Tremiti

via libera alle trivelle in mare

Nulla osta del ministero dell’Ambiente ai pozzi petroliferi a 40 km dalla costa adriatica. Stefania Prestigiacomo ha firmato il parere positivo alle richieste della società irlandese Petroceltic Elsa

La Petroceltic potrà iniziare la ricerca di petrolio nei fondali marini a 26 chilometri dalle Diomedee
La Petroceltic potrà iniziare la ricerca di petrolio nei fondali marini a 26 chilometri dalle Diomedee

Dopo anni di battaglie e quando ormai sembrava scongiurato il rischio di trivelle a ridosso della riserva marina delle Diomedee, arriva il permesso all’estrazione di idrocarburi concesso dal Ministero alla Petroceltic, multinazionale irlandese che ora può avviare gli studi esplorativi al largo delle isole Tremiti per la ricerca di oro nero nel basso Adriatico.

Un colpo di scena inatteso, che spinge i delegati regionali No Triv e i comitati a una riunione d’urgenza in programma a Roma venerdì 8 gennaio. Sul tavolo la decisione di andare avanti con i referendum, confidando in una sospensiva dei permessi.

Termoli. Il pericolo di perforare il mare tra Termoli e le isole Tremiti, a da «due passi» dalla riserva naturale delle Diomedee, sembrava scongiurato. Le ultime novità in fatto di politiche nazionali sull’energia e la ricerca di idrocarburi avevano illuso perfino i comitati più battaglieri che la corsa all’oro nero delle lobby del petrolio si potesse arrestare, o almeno rallentare. E invece, come un fulmine a ciel sereno, ecco arrivare un permesso dal ministero per lo Sviluppo Economico che rimette tutto in discussione.

Il codice di riferimento è «B. R274». Una definizione cifrata che non dice nulla ai molisani. Ma la società beneficiaria del permesso – per sei anni, rinnovabili – a esplorare i fondali marini in cerca di idrocarburi è la Petroceltic. Un nome conosciuto in Regione e nei territori limitrofi fin troppo, del quale si parla da anni e dalla grande manifestazione contro le trivelle ospitata a Termoli nel 2011 (presente alla manifestazione anche una delegazione della Ola), che ha registrato la presenza di Lucio Dalla quale principale sponsor e testimonial nella battaglia contro l’oro nero in mare. La multinazionale irlandese ha ottenuto il permesso a estrarre idrocarburi ai sensi delle leggi vigenti e delle sentenze giudiziarie emesse negli anni di guerra a colpi di ricorsi, come si legge nel bollettino degli idrocarburi e delle georisorse del 31 dicembre 2015.

L’area interessata si estende per 373,70 km quadrati ed è la stessa già finita nel mirino dei comitati e delle Istituzioni che avevano chiesto a gran voce e all’insegna dell’unità (destra e sinistra insieme, sfilando in strada) di fermare le autorizzazioni alla ricerca di petrolio marino per ragioni ambientali e di salvaguardia dell’ecosistema ma anche del turismo. I lavori di indagine geologica e geofisica dovranno partire entro 12 mesi, quindi entro il 2016.

«Cercheremo di fare il possibile per bloccare questa follia» commenta Nico Ioffredi, il consigliere regionale delegato a rappresentare la volontà del Molise nel tavolo nazionale che domani 8 gennaio sarà a Roma per un vertice d’urgenza convocato proprio in considerazione degli ultimi permessi a perforare rilasciati.

La politica del Governo Renzi, che con un emendamento che vieta le perforazioni a meno di 12 miglia dalla costa aveva aperto a spiragli di speranza per arginare le multinazionali degli idrocarburi, è messa ora sotto accusa anche da regioni dove governa il centrosinistra, tanto che «a questo punto presenteremo il referendum che pensavamo di ritirare, confidando nell’attesa in una sospensiva delle autorizzazioni».

Il rischio che i fondali marini molisani e abruzzesi, ma soprattutto quelli vicini alle Diomedee, vengano squartati dalle perforazioni della società irlandese era balzato alle cronache anni fa, quando proprio dal Comune delle isole Tremiti era arrivato un grido d’allarme recepito dall’intera provincia di Foggia.
Sull’isola di San Domino si era pure svolto un partecipato consiglio provinciale che convinse il ministro dell’epoca Stefania Prestigiacomo a un parziale dietrofront.

Poi nuova doccia fredda, con il sì definitivo della Prestigiacomo che segue quello del Via e ancora prima, quello dei Beni Culturali. Dopo anni di battaglie, cortei, ricorsi, sfilate e concerti No Oil, arriva un permesso a perforare che brucia particolarmente: la Petroceltic è autorizzata a compiere riflessioni sismiche nel mare, con micro-esplosioni dannose per cetacei e delfini, per acquisire dati sulla presenza di petrolio nel sottosuolo.

La compagnia potrebbe realizzare un pozzo esplorativo a 40 chilometri dalla costa e a soli 26 chilometri dalle Isole Tremiti. [Fonte: www.primonumero.it]

Giovedì 7 gennaio 2016