caporalato

Incontro tra governo e sindacati

al Ministero delle Politiche Agricole

Confronto sulle attività di contrasto al fenomeno del lavoro nero e del caporalato in agricoltura

Foto dell'incontro
Foto dell'incontro

«Un incontro produttivo» è stato definito da Serena Sorrentino, della segreteria nazionale Cgil, e da Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil, quello che si è tenuto ieri al ministero delle Politiche agricole sulle azioni di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura, alla presenza dei ministri Maurizio Martina, Andrea Orlando e Giuliano Poletti e del presidente dell'Inps Boeri.

«È importante – dichiarano Sorrentino e Crogi – che sia stato rimesso in piedi il tavolo e che si incardini in tempi rapidi il ddl presentato dal governo. Su questo testo, seppur con alcuni distinguo, c'è una sostanziale condivisione tra le parti. Ora è necessario accelerare affinché il disegno di legge abbia tempi brevi di approvazione così da essere pronti per le nuove campagne». La Cgil e la Flai hanno evidenziato alcuni aspetti che dovrebbero essere inseriti, « A cominciare – spiegano le due sindacaliste – dal ruolo delle commissioni provinciali Cisoa (presso l'Inps), dove si dovrà attuare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, questione dirimente e centrale per il contrasto al caporalato».

Nella formulazione attuale, infatti, le convenzioni vengono attivate dalla cabina di regia che si avvarrà delle commissioni solo per quel che riguarda «Le informazioni in possesso» alle stesse, senza demandargli alcun ruolo. In tal modo si accentrerebbe tutta l’attività, mentre «la nostra proposta, così come approvata anche nel Collegato agricolo, era di demandare al territorio questa funzione e ruolo, perché è dal territorio che si può operare per un vero contrasto a forme di sfruttamento, intermediazione illecita e lavoro nero».

Inoltre, sempre a giudizio della Cgil, manca un ulteriore requisito per le imprese che chiedono di iscriversi alla rete, cioè essere in regola con l’applicazione dei contratti. «Se si procederà su questa direzione – prosegue la nota – avremo uno strumento importante ed efficace per contrastare il caporalato ed il lavoro nero, colpendolo da più versanti e, attraverso la rete del lavoro agricolo di qualità, attaccandolo alla radice».

Al tavolo sono stati posti temi concreti, come il coordinamento tra ciò che è previsto dal disegno di legge e l'esigenza di potenziare l'attività di vigilanza del nuovo ispettorato del lavoro in tema di congruità e rispetto degli orari di lavoro, così come previsto dai contratti collettivi, e con la necessaria modifica alle norme sul soggiorno per i lavoratori migranti che denunciano i caporali, così come l’idea di destinare una quota delle risorse a piani territoriali di servizi dedicati ai lavoratori agricoli: assistenza sanitaria, alloggi, trasporti.

«Per debellare la piaga del caporalato – conclude la nota – è necessaria una buona legge, ma non basta. Occorre un'altra cultura di impresa che metta la qualità del lavoro e del prodotto al centro delle politiche di settore affinché ci guadagnino tutti, a partire dal prodotto made in Italy. Adesso occorre che il Parlamento acceleri l'approvazione e che le reti del lavoro agricolo di qualità si attivino subito».

Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, esprime un giudizio estremamente positivo sulle attività di contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro nero.

«Le Agenzie per il Lavoro sono in prima linea per combattere tutti i fenomeni di lavoro irregolare e sottopagato e per emarginare i soggetti che operano in modo illecito» – ha dichiarato Agostino Di Maio, Direttore di Assolavoro – «Apprezziamo fortemente le misure del Governo ed auspichiamo il pugno di ferro contro tutti coloro che non rispettano la legge, in alcuni casi cercando di dare una veste legale al fenomeno criminale del caporalato mediante un uso distorto della somministrazione di lavoro. Siamo molto soddisfatti, inoltre, che le nuove norme recepiscano diverse tra le proposte in dieci punti delle Agenzie per il Lavoro contro il caporalato, che abbiamo inviato nei mesi scorsi ai Ministri Maurizio Martina e Giuliano Poletti».

«L’Associazione – continua – valuta particolarmente positivi i diversi richiami contenuti nel disegno di legge ad alcuni profili della legislazione antimafia, così come auspicato nel documento trasmesso da Assolavoro lo scorso settembre ai Ministri competenti. Bene anche i provvedimenti adottati per la Rete del lavoro agricolo di qualità, per cui Assolavoro ha richiesto di estendere la possibilità di parteciparvi anche alle Agenzie per il Lavoro. La Rete promuoverà iniziative in materia di politiche attive del lavoro, contrasto al lavoro sommerso e all’evasione contributiva, organizzazione e gestione dei flussi di manodopera stagionale, assistenza dei lavoratori stranieri immigrati».

«Siamo certi – conclude Di Maio – che attraverso la collaborazione sempre più stretta tra tutti gli attori della filiera del lavoro di qualità, a cominciare dalle Agenzie per il Lavoro, si possano ottenere risultati di grande rilievo per arginare una piaga tanto odiosa quanto antica».

I commenti delle delegazioni lucane

Coldiretti:

L’introduzione del principio di corresponsabilità dal campo allo scaffale è una importante novità positiva nella lotta al caporalato che si alimenta delle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria per arrivare a sottopagare i prodotti nelle campagne.

Il presidente regionale della Coldiretti di Basilicata, Piergiorgio Quarto, ricorda che « Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha partecipato al tavolo di confronto caporalato e lavoro nero convocato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, per avviare un percorso finalizzato a garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia una storia di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con una equa distribuzione del valore». E questo naturalmente non è possibile se i pomodori nei campi sono sottopagati a 8 centesimi al chilo e le arance ancora di meno. Secondo l’Organizzazione agricola occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli. E per questo bisogna concentrare gli sforzi in una operazione di trasparenza in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come la stragrande maggioranza delle imprese agricole che hanno assunto regolarmente oltre un milione di lavoratori di cui 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni.

Uila e Uil:

«Il tavolo sulle attività di contrasto al caporalato che si è tenuto ieri al ministero delle Politiche Agricole (la delegazione della Uil era guidata dal Segretario generale Carmelo Barbagallo) ha dato utili indicazioni anche per la situazione che riguarda la Basilicata con ricadute che ci auguriamo possano diventare nel nuovo anno efficaci innanzitutto per intensificare i controlli avviando un controllo con l’aiuto della Regione, degli enti locali, del sindacato e sotto il coordinamento delle Prefetture. È quanto sostengono in una dichiarazione congiunta i segretari regionali della Uila-Uil Gerardo Nardiello e della Uil Carmine Vaccaro che aggiungono: «Ci sono molte aziende che ancora non si sono iscritte alle rete della legalità. Noi proponiamo di premiare chi si iscrive con la concessione del marchio etico e con sgravi fiscali e contributivi. Bisogna, poi, concentrare i controlli sulle aziende che assumono comportamenti illegali. Gli incidenti mortali di agosto nelle campagne del Sud sono dovuti principalmente a quel meccanismo di illegalità che vede aziende agricole subappaltare la raccolta dei prodotti senza sapere nemmeno a chi. C’è un legame tra organizzazioni della criminalità e le grandi campagne di raccolta nei campi che va spezzato. Inoltre -dicono Nardiello e Vaccaro - è necessario mettere in rete anche il sistema locale dando pratica attuazione alle proposte della Conferenza delle Regioni per intensificare la lotta al lavoro nero in agricoltura e affrontarlo nelle diverse e specifiche condizioni. Vorremmo, ora, che si giungesse rapidamente alla conclusione dell'iter del ddl presentato dal Governo, che raccoglie buona parte delle proposte sindacali, perché bisogna evitare altre morti causate dal fenomeno del caporalato. Peraltro, c'è chi propone l'estensione dei voucher: noi siamo totalmente contrari. Ci sono ancora alcune forme contrattuali opinabili: occorrono limiti applicativi». Per i segretari di Uila e Uil, infine, « la scelta di tenere entro la metà di gennaio gli Esecutivi unitari confederali per varare il nuovo modello contrattuale rappresenta la scadenza a breve termine per rilanciare il confronto con le controparti e per discutere di iniziative da approntare in modo da sostenere con maggiore forza il rinnovo dei contratti non ancora rinnovati».

Martedì 29 dicembre 2015