Lavello | ARRESTO

Ai domiciliari un uomo accusato

di aver incendiato un'abitazione

Arrestato pediatria 56enne. Alla base dell'inconsulto gesto potrebbero esserci motivazioni di ordine passionale

Carabinieri
Carabinieri

LAVELLO - È stata una serata molto movimentata quella di ieri nell’abitato di Lavello. Infatti, erano trascorse da poco le 17,00 quando i Carabinieri della Compagnia di Venosa, al comando del Capitano Vincenzo Varriale, vengono allertati per un incendio che si stava sviluppando all’interno di un'abitazione, sita nell’immediata periferia della cittadina Dauna. Sul posto intervengono immediatamente i Carabinieri della Stazione di Lavello, del Nucleo Operativo e Radiomobile di Venosa e due squadre dei Vigili del Fuoco di Melfi e Potenza.

Sin da subito gli inquirenti si rendono conto che l’atto era di natura dolosa, data la presenza di una lattina con dei residui di liquido infiammabile facilmente visibili. Quindi, con la necessaria tempestività, danno inizio alle indagini del caso. Così, nel giro di poche ore, i militari della Benemerita, grazie ad un’oculata quanto minuziosa attività info-investigativa, riescono a raccogliere importanti indizi di colpevolezza sul conto di un libero professionista del luogo. Sembra che sia stata la stessa donna che abitava nella casa, al momento dell'incendio fortunatamente fuori, che avrebbe segnalato il possibile nome dell'autore dell'atto incendiario, parlando anche del suo interesse non corrisposto e di un certo atteggiamento sospetto che l'uomo aveva assunto negli ultimi tempi.

Pertanto, allorquando poco dopo si recano presso l’abitazione di quest’ultimo, trovano il sospettato ancora in stato di agitazione e ivi raccolgono ulteriori elementi a sostegno della sua responsabilità. Avrebbe avuto ancora i capelli bruciati e i vestiti che puzzavano di fumo. Pertanto, G.M., 56enne del luogo, professione pediatra, viene dichiarato in stato di arresto per i reati di incendio doloso e stalking ed associato presso la propria abitazione in regime degli arresti domiciliari. Secondo la ricostruzione degli investigatori G. M avrebbe dato fuoco alla lattina incendiaria, usata «tipo molotov», per poi lanciarla all’interno dell’abitazione. Ma a causa dell'inesperienza si sarebbe bruciato i capelli. Il folle gesto potrebbe essere scaturito dal fatto che la donna, riconducibile all'abitazione incendiata, non avrebbe voluto avviare una relazione sentimentale.

Lunedì 6 luglio 2015